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il nestris auguri pal 2023 DONNA VITA LIBERTA
«FEMINIS, VITE, LIBERTÂT: pal 2023
DIRITS UMANS PAR DUTIS DAPARDUT»
“Donna, Vita, Libertà”
Jin, Jîyan, Azadî (femine, vite, libertât)
al è il sproc che al nas intai cuaders des feminis curdis
In trê peraulis, che cjatin lis lôr lidrîs inte storie, a son cjapâts dentri i principis des protestis in difese dai dirits des feminis, che dai teritoris dal Kurdistan in Turchie, Sirie e Irak, si son slargjadis tal 2022 in Iran e in Afghanistan e dapardut tal mont.
La libertât e à di nassi de lote des feminis, dal lôr mût di doprâ
la vite e la politiche par cjapâ a cûr il benstâ de comunitât.
“Nô feminis no vin un rûl inte rivoluzion: nô feminis o sin la rivoluzion.”
Women Weaving the Future
il nestri auguri pal 2023: continuâ a lotâ par che a vegnin garantîts tal mont ducj i dirits inalienabii cence distinzions di raze, colôr, religjon, ses, lenghe, origjin, nassite o opinions
“Ho vent’anni. Il mondo intero non può aiutarmi, quindi come posso vivere in una gabbia di vetro? Voglio allargare i miei rami, estendere le mie radici, respirare largamente quanto i miei polmoni. I miei occhi più li chiudevo, più sognavo ed essi vedevano sempre più lontano. Niente al mondo può fermarmi. Sono un torrente impetuoso, un vulcano ruggente, un’energia esplosiva a cui nessun corpo, legge o autorità può impedire di crescere” Najwa Barakat
Negli orizzonti del mio paese sei diventata un arcobaleno sacro per le donne del mondo.Nella pianura spezzata, il vento tenero dei tuoi capelli ha fatto scorrere fonti e fiumi”. Cano Şakir
Jin, Jîyan, Azadî (donna, vita, libertà) è il motto che nasce nei quaderni delle donne curde.
In tre parole, che affondano le radici nella storia, sono racchiusi i principi delle proteste in difesa dei diritti delle donne. Proteste che dai territori curdi di Turchia, Siria e Iraq, si sono allargate all’Iran, all'Afghanistan e al mondo intero
La libertà deve nascere necessariamente dalla lotta delle donne, dal nostro modo di modellare la vita e di intendere la politica come cura della comunità.
Noi donne non abbiamo un ruolo nella rivoluzione: noi donne siamo la rivoluzione. Women Weaving the Future
S(i)ERADE D’AUTUN:VIDIDULE E ALVISE IN CONCERT A TOMBE DI BUJE
Tombe di Buje Centro Sociale Don Corrado
VIDIDULE E ALVISE IN CONCERT S(i)ERADE D’AUTUN
in colaborazion cun Chei di Tombe cul contribût dal Comun di Buje
Il gruppo attualmente è formato da:
Marina Ferro: flauto Gianna Saccomano: voce
Daniele Ursella: chitarra Nicholas Zampa: basso Fabrizio Ursella: batteria
chitarrista negli Incanti Erranti , esibendosi in vari locali del Friuli Venezia Giulia ... successivamente compone otto brani in friulano che vanno a formare il suo primo disco auto prodotto “Conte Flame ” (2015). Nel 2018 è uscito per Seahorse Recordings il vero e proprio debutto del
cantautore “ The Dreamer ”, nove brani inediti.
Dal novembre del 2018 è voce, chitarra e bouzouki del progetto “ Storie Sbagliate ”, un
tributo a De André, assieme a Nicole Coceancig, Veronica Urban e Massimo Silverio.
Nel 2021 esce Zornant un
BUJE TIERE DI FORNÂS E DI FORNASÎRS
Da oggi fino alla fine del mese, nella frazione di Avilla di Buja laAssociazion Culturâl El Tomât APS ha allestito una mostra ricca di memorie condivise dedicata a "Buje tiere di fornâs e di fornasîrs", nei giorni della festa della “Madonna della Salute” venerata dal lontano 1875 come “Madonna dei Fornaciai” e proclamata dal vescovo Battisti “Madonna della Ricostruzione”.
La vollero i fornaciai che a migliaia lasciavano il paese per recarsi nelle contrade dell'Impero austro-ungarico a far mattoni. La cronaca racconta dell'iniziativa del capomastro, Giovanni Ganzitti Stramp,capuçat presso la fornace di Anton Graßl in quel di Monaco di Baviera. Fu Joseph Knabl, docente di scultura sacra all'Accademia delle arti figurative, a realizzare la statua; l'occhio esperto dei fornaciai bujesi ne seguì il processo di cottura nella fornace e a fine stagione nel 1875 fu trasportata fino alla stazione di Artegna, da dove la statua scese ad Avilla di Buja su un carro messo a disposizione della famiglia Gallina Carìe.
Grazie alla disponibilità e alla collaborazione dei gestori e dei proprietari delle botteghe aperte o riaperte, anche se ormai chiuse da alcuni anni, fotografie storiche e tematiche riempiono i "vuoti" nella cortina di vetrine delle strade di Avilla.
Sono riproduzioni, di grande formato, di foto provenienti sia dagli archivi di Tarcisio e Alvio Baldassi e di Egidio Tessaro sia da archivi privati, perchè ogni famiglia conserva ricordi di quelle stagioni di duro lavoro, di lunga emigrazione, di ingegnosa imprenditorialità delle generazioni che hanno popolato quasi duecento anni di vita della comunità bujese in Friuli e nel mondo.
Il percorso disegnato dalla esposizione “itinerante” trasforma il paese in luogo di apprendimento e di condivisione di memorie.
Le immagini e i testi offrono occasioni di un passaggio di testimone alle nuove generazioni e ai nuovi cittadini che abitano Buja: proprio la loro curiosità e la loro voglia di conoscere le radici della festa della Madonna della Salute ha sollecitato il Tomât a riproporre il racconto della epopea dei fornaciai che da questo paese hanno esportato l'arte del far mattoni, provenendo dalla scuola di un territorio in cui nell'ottocento erano operative almeno 19 fornaci.
Chi passerà in questi ultimi giorni di novembre nel borgo di Avilla potrà soffermarsi sulla storia di quelle rimaste operative fino al terremoto del 1976: la antica fornace Calligaro Cjocjo“la fornasate” di Arrio e la fornace industriale Calligaro Lene “il pravilegjo” di Urbignacco. Troverà anche ricordi della imprenditorialità bujese in Austria, Australia e Venezuela. Ingegno, fatica, lavoro si rispecchiano nelle storie e nelle fotografie della emigrazione per le strade di Germania dove si rievoca il triste capitolo dello sfruttamento della manodopera infantile.
vinars ai 4 di Novembar
Fin cuant che al colarà il Mûr di Berlin, intal 1989, il Friûl al ven jemplât di servitûts militârs, casermis e bunker, par difindisi de pôre de invasion:
Vuê cheste frontiere nus somee dome un brut ricuart, che o stin smenteant.
Stefano Morandini, cu lis sôs imagjinis e i siei coments, nus compagnarà, cun memoriis e storiis di lûcs e di personis, dentri struturis militârs aromai abandonadis e paisaçs familiârs.