CONCIERT a TOMBE di BUJE sabide 29 cun APOLIS & VIDIDULE
ottanta anni dopo Carnia 1944. Un’estate di libertà
Sabato 1 giugno, ore 18.00
Biblioteca Comunale di Buja
iniziativa promossa dalla Associazion Culturâl El Tomât APS
in collaborazione con la sezione SEZIONE ANPI di Buja "Wilma e Ranieri Pezzetta"
con il patrocinio del comune di Buja
In ocasion de Fieste de Republiche
Il film di Marco Rossitti è dedicato alla straordinaria storia della repubblica della Carnia
e dell’Alto Friuli per fare memoria e approfondire ciò che accadde nel 1944, quando per
alcuni mesi una quarantina di Comuni friulani furono liberati dall’occupazione nazifascista.
In quella zona si costituì una Repubblica partigiana comprendente tutte le forze
politiche democratiche nella quale si sperimentò un eccezionale spazio di libertà e
partecipazione popolare che anticipò alcune delle conquiste dell’Italia repubblicana.
Nella primavera del 1944, dopo un durissimo inverno, le formazioni partigiane della Carnia e della Destra Tagliamento iniziarono nuove attività di contrasto del regime nazifascista. In tutte le vallate carniche si moltiplicarono le formazioni garbildine e osovane, che nel volgere di pochi mesi raggiunsero la consistenza di circa 6.000 uomini in armi.
Il 2 aprile, ad Ampezzo, venne liberato il dott. Zagolin, affidato dalle SS al locale presidio dei carabinieri che fu disarmato. Da allora si susseguirono gli attacchi ai presidi tedeschi e fascisti e alle colonne di mezzi in movimento. I tedeschi si ritirano a Tolmezzo e nei centri pedemontani, non senza distruzioni ed eccidi: furono bruciati i villaggi Forni di Sotto, Esemon di Sotto e Barcis ed in luglio si ebbe l’efferata strage di malga Pramosio.
Alla fine del luglio 1944 risultava di fatto interdetta al controllo tedesco, e quindi liberata, l’intera Carnia (Tolmezzo esclusa) assieme alle valli Cellina, Meduna e Tramontina. La Zona libera della Carnia e dell’Alto Friuli avrebbe raggiunto l’estensione di 2.580 kmq, con una popolazione di circa 90 mila abitanti, suddivisi in 38 Comuni liberati interamente e 7 parzialmente, tra cui Lorenzago e Sappada nel Bellunese.
La non facile decisione di creare sul territorio un governo provvisorio venne raggiunta nell’agosto 1944. In tutti i comuni della Zona cominciarono a svolgersi comizi e libere elezioni, che portarono all’insediamento di Giunte popolari comunali e Sindaci. Il voto ebbe luogo per capifamiglia e quindi votarono anche le donne che ricoprivano tale ruolo.
Il 21 settembre, ad Ampezzo, ebbe luogo la riunione preparatoria del C.L.N. della Zona Libera, che in pochi giorni avrebbe assunto i poteri di Giunta provvisoria di Governo del territorio liberato.
Essa organizzò il proprio lavoro in una serie di Ispettorati (Polizia, Istruzione, Forestale, Giustizia, Interni, Finanze), al cui interno operavano apposite Commissioni. Operò concretamente sul territorio, trasfondendo nella realtà quotidiana quei valori di libertà e democrazia che l’avevano ispirata e che prefigureranno il cambiamento costituzionale che avrà luogo nel Paese nel 1946.
La sua attività fu caratterizzata da:
- separazione del potere politico, esercitato da civili, dal potere militare;
- libere elezioni comunali per capifamiglia con voto anche alle donne;
- soluzione del problema dell’alimentazione della popolazione;
- calmiere sui prezzi dei generi alimentari di prima necessità;
- riforma scolastica;
- costituzione di un Tribunale del Popolo;
- abolizione della pena di morte per reati comuni;
- gratuità dell’amministrazione della giustizia;
- riforma fiscale patrimoniale;
- difesa del patrimonio boschivo;
- costituzione di un corpo di polizia civica;
- autonomia amministrativa del territorio montano.
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Poni la tua firma nel riquadro: "Sostegno del volontariato e delle altre associazioni di promozione sociale e delle associazioni riconosciute.....".
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PAESAGGI FRIULANI FOTO/GRAFIE, stampe fotografiche colorate a mano, di BRUNO BELTRAMINI
Si inaugura venerdì 31 maggio alle ore 18.oo a Monte di Buja nella Casa Ursella, sede dell' A.N.A., la mostra
PAESAGGI FRIULANI FOTO/GRAFIE,
stampe fotografiche colorate a mano, di BRUNO BELTRAMINI
promossa dalla Associazion Culturâl El Tomât APS
in collaborazione con il gruppo ANA di Buja e con il patrocinio del Comune di Buja.
Bruno Beltramini, fotografo e pittore, collaboratore di importanti registi e direttore della fotografia, film-maker, autore di reportage, documentari industriali, documentari d’arte e naturalistici.
La sua ricerca sul paesaggio, fotografato e filmato presenta una particolare purezza d’immagine, nella quale si riconosce quasi una sospensione del tempo.
Nel silenzio, la luce, segno di una natura generosa e multicolore, studiata in ogni contesto, irrompe nella carta; la bellezza dei paesaggi del Friuli trasuda in ogni dettaglio.
“Estraggo la fotografia o il video dal fotogramma voluto, lo stampo su carta da disegno, poi interamente e minuziosamente lo ripasso con le matite colorate. Quello che più mi interessa è la simbiosi tra la fotografia e la pittura”
La mostra resterà aperta per tutto il mese di giugno, ogni sabato e domenica dalle 9.30 alle 13.oo e dalle 15.oo alle 20.oo
“L'artista con le sue fotografie è andato alla riscoperta dei paesaggi della nostra terra, si è posto alla ricerca per sé e anche per noi di luoghi identitari (ma non di quelli eclatanti e magari usurati dalla comunicazione) proprio per confrontarsi con la dimensione silente,silenziosa e intima dei paesaggi, dal mare alle alte montagne, dalle periferie urbane a una sperduta olla di risorgiva. Beltramini poi, sfiorando quasi la dimensione pittorica, con la pazienza e la precisione di un miniatore ha colorato con i pastelli le immagini dei luoghi per renderne ancora più vivida la percezione empatica e ii ricordo. A scorrere sottotraccia nella trama di quelle stesse immagini è comunque ii silenzio, ii silenzio suggestivo di un valore che va ben oltre la percezione effimera dell'attimo. E a ribadire ancor più il significato originale della propria ricerca l'artista ha collocato in mostra alcune videofotografie, immagini digitali riprodotte da tablet che all'inizio ci paiono immobili e però si rivelano presto come microracconti in cui il protagonista è ii respiro profondo e recondito della natura, del genius loci e del paesaggio. 0 meglio, in queste opere la Natura stessa si presta a rivelare all'artista, nel magico silenzio del luogo e dell'ora, ii segreto del proprio ciclico fluire e della propria bellezza in un tempo irripetibile della quiete cosmica. Se dunque le fotografie colorate di Beltramini appartengono alla dimensione della riscoperta e dell'analisi sensibile del paesaggio, le sue videofotografie sono da interpretare come vere e proprie epifanie dialoganti della Natura”
Angelo Bertani
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