riscaldamento globale quotidiano

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la Associazion culturâl “El Tomât” in colaborazion cun
la sotsezion di Buie dal Club AIpino Italiano e l'associazion Pense & Maravee di Glemone
us invide al incuintri
Vinars ai 5 di Març dal 2021 - aes sîs sotsere - su la Plateforme ZOOM

Relatore: Renato Roberto Colucci
(Ricercjadôr al Istitût di Siencis Polârs dal CNR e President de Societât Meteorologjiche Alpino-Adriatica)
cul patrocini de Societât Meteorologjiche Alpino-Adriatica)

Par partecipâ al incuintri fâs click sul leam
https://us02web.zoom.us/j/87375456089?pwd=eVBVQlpSVExGTE93WDRsNFk0UnpYUT09
o digjite une volte jentrât in Zoom
ID riunion: 873 7545 6089    Passcode: 865464

Zornade Internazionâl de Lenghe Mari

In occasione di  Zornade Internazionâl de Lenghe Mari

 la Associazion culturâl El Tomât us invide 

domenie ai 21 di Fevrâr aes 6 sore sere 

" DI MARILENGHE NO 'NDI È UNE SOLE " - 

Une cjacarade cun Enos Costantini

Par partecipâ o vês di colegâsi ae plateforme Zoom fracant  

https://us02web.zoom.us/j/85488004418?pwd=OGtUeURVd01qY2F2UHBVWEJKR3BxQT09

par Aldo

par Aldo Brusìn Mestri

 te sale grande de Cjase de Zoventût di Sant Scjefin di Buje

VINARS ai 7 di avost aes 20.45

videoproiezion da la rapresentazion teatrâl

fate ai Colonos ai 25 di avost 1996

 I TURCS TAL FRIÛL di Pier Paolo Pasolini

regjie di Elio De Capitani musichis di Giovanna Marini

produzion Teatro dell'Elfo cun Teatro Stabile FVG e cun Biennale di Venezia

video regjiedi Remigio Romano cu la supervision di Elio De Capitani

 

 

Il spetacul al è stât rapresentât tal curtîl dai Colonos, cu la regjie di Elio De Capitani, ai 25 di Avost dal 1996. Sul teren di glerie e cence nissun aiût tecnologjic, ta la lûs naturâl dal amont, i atôrs a àn rivivût la storiche scorsade turche, dentri di un spazi ocupât dal public numerôs sintât par tiere, intun rapuart diret e fisic jenfri atôrs e spetadôrs, daûr da la tragjedie greche. Di chel event indimenticabil al reste un document video ecezionâl, che al ven riproponût ta la version restaurade.

 

E Aldo?

"Aldo era la riserva segreta di memoria, il volto contadino con l’amarezza della fatica nella bocca

che va all’ingiù, e gli occhi vivissimi che scrutano e che parlano nei silenzi come nelle invocazioni.

Aldo era la forza ferma, radicata, degli alberi antichi, la forza dei vecchi – anche se allora non

lo era ancora – la forza di chi ha dentro l’energia passata di chi non c’è più."           Elio De Capitani

zornade de memorie

La memorie e jè impegn cuintri ogni forme di indiference, dovê uman, culturâl, sociâl, etic, politic, religjôs; e jè lassâsi cjapâ, cognossi, partecipâ, cjapâ posizion; e jè amôr pes vitimis par no acetâ mai, disposizions, decision, leçs disumanis.
No dismenteâ par condividi une riflession profonde, fra îr, vuê e doman, cuintri il pinsîr negatîf di malepâs e di odio che, magari cussì no, al è presint in diviersis parts dal mont e ancje inte nestre societât.

 

Come tradizione l'Associazion culturâl El Tomât, in collaborazione con la sezione ANPI di Buja,  ha deposto una corona di alloro alla lapide in ricordo dei bujesi deportati deceduti nei campi di concentramento           e ha condiviso  pensieri, letture, riflessioni e musica sul tema della GIORNATA DELLA MEMORIA

 

 

10 TAVOLE

el tomât al presente:

te suaze de fieste de Madone de Salût
tal Centro Meneute in Ontegnan a Vile di Buje


10 TAVOLE diario eretico di una guerra invisibile contro le centrali
dell’omologazione ispirate da pre Toni Beline, fotografie e testi di Paolo Youssef

 

Il percorso fotografico, che ha preso spunto dal decennale della morte di Pre Toni Bellina, tende ad indagare e ad offrire spunti di riflessione sui mutamenti sociali in atto o ben già pesantemente presenti in una società che tende al vuoto dell'omologazione. Il tutto sicontrappone con la “presenza” del pensiero libero di pre Toni, evocato fotograficamente in vari modi. “Sociologia visuale e scrittura visiva nella nuova fotografia di approfondimento con cui Paolo Youssef crea uno spazio di confronto tra il pensiero di pre Toni e il Friuli di oggi.” La mostra consiste di 10 tavole / pannelli (80 le fotografie in tutto); ogni pannello è corredato da un “racconto”, scritto dallo stesso Youssef.

Il progetto prende le mosse dall’idea di indagare l’attualità del pensiero di un uomo, nel decennale dalla sua morte, che si contrappose eroicamente ai processi di omologazione. Quell’uomo era Pier Antonio Bellina, uno dei principali protagonisti della vita e della cultura friulane a cavallo tra XX e XXI secolo. prete, maestro, eretico e uomo innamorato della sua terra. Vastissima la sua opera letteraria di scrittore, traduttore e pubblicista .

Non era facile concepire una ricerca fotografica basata su un uomo morto 10 anni fa. Non era facile rendere in modo fotografico la pienezza di quell’assenza. Non era facile immaginare una ricerca fotografica basata su ciò che resta di quell’uomo: un’idea. Non era facile rendere in modo fotografico la pienezza di quell’idea. Non era facile, ma era
necessario. Era necessario rappresentare – quantomeno tentare di farlo – una
contrapposizione possibile fra il caos di un presente triturato in pochi fotogrammi, un presente alle prese con le conseguenze pesanti e macroscopiche di certi processi di omologazione, imploso fra i vecchi paradigmi che avevano cementificato per alcuni decenni un certo modello di società, e la forza di un pensiero libero, evocato in vari modi, capace di travalicare il passato e le convenzioni, come proposta concreta per cominciare a ragionare sui nuovi fondamenti da dare al presente e al futuro dell’Umanità.

Com’è ovvio che sia, questo progetto non contiene risposte, ricette, o soluzioni magiche per società ideali a venire, ma a me sembrava una provocazione – perché di provocazioni ce ne sono tante – pertinente e adeguata se non altro per stimolarenell’osservatore la necessità di porsi, con la dovuta urgenza e riesumando solidi presupposti, le giuste domande rispetto alla società che siamo e che vorremo essere.

Il progetto è un’operazione che potrei definire di realismo simbolico, pur con tutti i suoi limiti: indizi raccolti dalla realtà del Friuli di oggi – di luoghi e frequentazioni che furono, ieri, di Pier Antonio Bellina – e ordinati nel modo filmico in cui nascono i
pensieri, attraverso intrecci e sovrapposizioni mentali di frame e parole, venuti a dirci  qualcosa.


 

PAOLO YOUSSEF è nato a Udine nel 1976, da padre siriano e madre italiana. Vive e lavora in Friuli dove, da quasi vent’anni, si occupa di questioni economiche ad elevato impatto sociale. Svolge, altresì, un’intensa  attività di impegno civile, attraverso una forma assolutamente innovativa di ricerca e documentazione fotografica, che  spazia da vari stati e alterazioni del Presente “interstiziale” fino ai macro effetti sociali e alle trasformazioni antropologiche che essi alimentano, raccontando talvolta di scenari e momenti dove la sofferenza umana, ma non solo, è in primo piano. È già autore di“Caosmosi, storie minime di nuomini novunque”, “Pontebbana, uno sviluppo senza progresso”, “41 gradini”, “La Stella Polare delle donne vittime di tratta sessuale”, “R.I.P. Scronkfinkle, una riflessione sulla Quarta Rivoluzione”,e molto altro. Attraverso i suoi lavori e durante i suoi incontri mostra una nuova via della fotografia, come esperienza del mondo e come antidoto alla distrazione di massa.

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