Zornade Mondiâl dal Rifugjât

Zornade Mondiâl dal Rifugjât

 

Chi è il rifugiato?

Il rifugiato è una persona che, “per fondato timore di persecuzione per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale od opinione politica, si trova fuori del Paese di cui ha la cittadinanza e non può a causa di tale timore, avvalersi della protezione di tale Paese”.

(Convenzione di Ginevra del 1951 sullo status dei rifugiati, art.1)

 

Il 20 di Jugn si celebre la Zornade Mondiâl dal Rifugjât, apontament anuâl volût da l’Asemblee Gjenerâl da lis Nazions Unidis, che e à tant che obietîf la sensibilizazion da la opinion publiche su la condizion, dispès no cognossude, di cheste categorie particolâr di migrants.

 

La Zornade Mondiâl dal Rifugjât si propon di rifleti su lis sieltis dificilis che un rifugjât al è spes costret a fâ ta la sô vite par cirî protezion: “Restâ blocâts intune realtât fate di gueris e di muart?” “Scjampâ e lassâ la sô famee?” “Restâ e scombati cuintri ?” “In ce mans meti la propie vite e cemût frontâ il doman ?”

 

Cence distinzions, dutis lis personis costretis a scjampâ a àn il dirit di jessi protetis e di rivâ a tornâ a fâ su lis lôr vitis,.

Asîl, acet, inclusion sociâl e civîl: par dâ protezion e integrazion al covente dâ ai rifugjâts un paîs dulà vivi e vê la pussibilitât di studiâ, imparâ e lavorâ .

 

DICHIARAZIONE DI ERICE su ‘LA SALUTE DEI MIGRANTI.

UNA SFIDA DI EQUITA’ PER IL SISTEMA SANITARIO PUBBLICO’

Noi sottoscriventi, medici, ricercatori, accademici, direttori, dirigenti e operatori del settore sociosanitario a livello nazionale e locale, allievi e docenti del Corso “LA SALUTE DEI MIGRANTI: UNA SFIDA DI EQUITA’ PER IL SISTEMA SANITARIO PUBBLICO”, evento patrocinato dalla Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM), dalla Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) e dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e svoltosi nell’ambito della Scuola Superiore di Epidemiologia e Medicina Preventiva della Fondazione e Centro di Cultura Scientifica “Ettore Majorana” di Erice dal 28 marzo al 2 aprile 2022, preso atto che le persone di origine straniera o con background migratorio rappresentano una componente strutturale e significativa della popolazione presente in Italia, che si rende attivamente protagonista di un significativo contributo in termini culturali, sociali ed economici a beneficio dell’intera collettività e che deve essere sistematicamente considerata all’interno delle politiche per la salute rivolte all’intera popolazione in una prospettiva di equità; consapevoli che la pandemia di COVID-19, tutt’ora in corso, ha fatto emergere specifiche vulnerabilità ed esasperato le disuguaglianze preesistenti, anche a carico delle persone migranti, dimostrando che gli interventi di Sanità pubblica che programmaticamente le includono aumentano la protezione dell’intera collettività in una prospettiva di Salute Globale; preoccupati delle ricadute legate ai numerosi e gravi conflitti bellici in corso sul pianeta che, insieme al carico di morte, violenza e disperazione, producono spesso ingenti flussi migratori internazionali e di sfollati interni (nel caso dell’Ucraina, in particolare donne, bambini e anziani) e lasciano in eredità situazioni fortemente traumatiche in grado di condizionare pesantemente la qualità di vita di chi ne è vittima; consapevoli dell’esistenza, all’interno della popolazione straniera in Italia, di gruppi con specifiche vulnerabilità di natura socio-economica riconducibili all’azione dei cosiddetti ‘determinanti strutturali della salute’; consapevoli che, a fronte di una normativa sanitaria nazionale di natura inclusiva persistono, in modo disomogeneo sul territorio da Regione a Regione/P.A., barriere di natura amministrativa, organizzativa, psicologica e linguistica; preso atto che le principali istituzioni e agenzie internazionali, con particolare riferimento all’OMS, hanno prodotto negli ultimi anni Report e Documenti, anche in forma di Risoluzioni, che raccomandano di agire con politiche intersettoriali sulla base del riconoscimento di un diritto alla salute senza alcuna discriminazione 1 , affermiamo convintamente la necessità che le Istituzioni a livello statuale, regionale/provinciale e locale promuovano politiche fortemente inclusive di tutte le tipologie di persone migranti non solo sotto l’aspetto sanitario - in termini di accessibilità e fruibilità dei servizi di prevenzione, cura e riabilitazione necessari - ma anche sotto quello della loro promozione e protezione sociale;

sottolineiamo quanto sia fondamentale – in coerenza con le raccomandazioni prodotte dall’Ufficio regionale europeo dell’OMS nel dicembre 20202 – realizzare le condizioni normative, amministrative, tecniche e professionali che possono permettere un effettivo monitoraggio della salute di migranti e rifugiati; manifestiamo una particolare preoccupazione a fronte delle profonde disomogeneità tra Regioni e Provincie Autonome nell’applicazione effettiva dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) 3 e delle altre disposizioni assistenziali rivolte a donne, uomini e bambini comunitari (con specifico riferimento agli Europei non iscrivibili al Servizio sanitario - ENI) e non comunitari (con specifico riferimento a quanti non sono in possesso di permesso di soggiorno in corso di validità - STP). Sulla base di quanto sopra espresso: sollecitiamo l’applicazione su tutto il territorio nazionale delle Linee Guida già disponibili4 relative all’accoglienza (nelle sue diverse fasi) e alle modalità di verifica delle condizioni di salute delle persone migranti con specifiche condizioni/necessità e delle successive azioni di presa in carico sulla base delle evidenze scientifiche disponibili; auspichiamo l’attivazione di interventi relativi alla realizzazione di politiche intersettoriali e di azioni di empowerment a favore delle comunità straniere in Italia per la promozione della loro salute; in particolare auspichiamo la valorizzazione delle competenze diffuse della società civile organizzata nell’ambito della promozione e tutela della salute delle persone più fragili, in una logica virtuosa di sussidiarietà circolare per conoscere, intercettare e prendersi carico in forma integrata delle situazioni di maggiore vulnerabilità; sollecitiamo la promozione e l’implementazione di azioni di contrasto alle possibili disuguaglianze nella salute e nell’assistenza che colpiscono le popolazioni migranti - con particolare riferimento alla possibilità di raggiungere attivamente i gruppi maggiormente vulnerabili (i cosiddetti ‘hard to reach’) - attraverso interventi di sanità pubblica ‘di prossimità’ (improntati alle seguenti caratteristiche: outreach; mediazione di sistema; coinvolgimento di individui, istituzioni e comunità) e la diffusione ed applicazione dello strumento dell’Health Equity Audit; raccomandiamo di migliorare la qualità della raccolta delle variabili chiave di interesse5 ovvero di inserirle nei flussi informativi sanitari correnti, nei registri di patologia e nelle ricerche scientifiche, per poter disaggregare i dati di interesse finalizzati alla promozione e alla tutela della salute delle comunità di immigrati - nel rispetto dei vincoli di privacy - e per poter far comunicare tra loro i diversi flussi tramite ‘record linkage’. Ciò risulta indispensabile al fine di disporre stabilmente di informazioni affidabili sui bisogni di salute e le criticità assistenziali sulla cui base definire i documenti di programmazione sanitaria per i diversi ambiti di interesse (ad esempio, per la prevenzione vaccinale e oncologica, per i diversi ambiti clinici e riabilitativi…) e la relativa valutazione degli outcome di salute e di assistenza;

chiediamo di garantire, in tutte le articolazioni del servizio sanitario pubblico ed in particolare nelle Aziende sanitarie locali (nelle loro varie denominazioni), condizioni che assicurino stabilità ai progetti e agli interventi di promozione e tutela della salute delle persone migranti, qualunque sia il loro status giuridico, assicurandone l’inserimento in tutti i programmi/interventi, anche attraverso l’eventuale definizione nell’organigramma aziendale di UU.OO. dedicate e/o l’istituzione di tavoli aziendali interdipartimentali/interdistrettuali specificamente dedicati; segnaliamo la necessità di superare la grande frammentarietà e disomogeneità relativa all’individuazione dei requisiti e delle procedure funzionali all’accessibilità e fruibilità delle diverse tipologie di assistenza, compresi i livelli di esenzione al pagamento delle prestazioni, favorendo dei codici unici nazionali, in particolare per le persone con codici STP o ENI; chiediamo di garantire effettivamente a tutti i minori presenti sul territorio nazionale, figli di genitori stranieri non in regola con le norme relative all’ingresso e al soggiorno e di comunitari in condizioni di fragilità non iscrivibili al servizio sanitario (ENI), l’iscrizione al Pediatra di Libera Scelta (PLS), includendoli così nel sistema di tutela già attivo per i minori italiani e per quelli di famiglie straniere residenti (o comunque regolarmente presenti), come d’altronde già previsto dai citati LEA (Art. 63, comma 4); chiediamo inoltre alle Istituzioni a vario titolo coinvolte nell’obiettivo della salute per tutti - con particolare riferimento al necessario ruolo di coordinamento e di stewardship del Ministero della Salute e degli Enti da questo vigilati - di rafforzare l’azione di governance e potenziare gli indirizzi e gli strumenti di preparedness, anche al fine di poter meglio rispondere alle esigenze di una società soggetta a cambiamenti demografici, sociali ed epidemiologici e ad eventuali minacce sanitarie future, in maniera più tempestiva ed omogenea, anche attraverso un’ottimale utilizzazione dei finanziamenti collegati al PNRR; in particolare, con riferimento a quanto previsto per le ‘Case della Comunità’, si propone che queste includano i servizi di cure primarie integrate destinati anche a stranieri in possesso di tessera STP o ENI; sollecitiamo una specifica attenzione alla promozione e adozione di tutti quegli interventi ed azioni in grado di sostenere la ‘competenza culturale’ del sistema sanitario pubblico (oltre che dei suoi singoli operatori) nella direzione di una progressiva e più diffusa ‘sensibilità alle differenze’, rafforzando in particolare l’utilizzo dell’approccio della mediazione di sistema. In particolare, sollecitiamo: 1) la promozione di iniziative e percorsi di formazione pre- e post-laurea e di formazione continua dei professionisti - da parte delle Università e delle Aziende sanitarie attraverso l’inclusione nei loro Piani di formazione obbligatoria/ECM – che abbiano una prospettiva di pluralismo culturale con un approccio di tipo transculturale e un impianto multiprofessionale e multidisciplinare; 2) una specifica attenzione sulla necessità di garantire - con particolare riferimento ad alcuni servizi quali quelli consultoriali e quelli per la salute mentale, anche con riferimento alla possibilità di presa in carico di persone che hanno subito violenza intenzionale – la presenza di operatori specificamente competenti e formati al lavoro in équipe multidisciplinare e di garantire comunque a tutti i servizi, compresi quelli di natura ospedaliera, la possibilità di fruire, laddove si rendesse necessario, di efficaci interventi di mediazione linguistico-culturale; con riferimento alla comunicazione mass mediatica, chiediamo accuratezza e correttezza nella narrazione delle tematiche sanitarie in associazione alla migrazione e ai suoi protagonisti, nella convinzione che il rispetto dei principi deontologici della professione giornalistica6 contribuisca a rimuovere pregiudizi e falsi allarmismi e a produrre una visione consapevole più complessa e meno stereotipata.

 

mandi PIERLUIGI

Tu nus sês stât tamon e sbacjo. Tu nus âs volût ben,

 

PIERLUIGI

 

Tôs lis peraulis par lâ indenant:

“cura, giustizia e pace, impegno e speranza, dinamismo,

creatività, freschezza, verità, colori, parole, gesti, simboli...

mosaico dell'uomo planetario”.

 

Associazioni culturali El Tomât di Buje,

Pense e Maravee di Glemone,

Centro Iniziative Culturali di Tarcint

LUSIGNIS

https://www.setemane.it/2022/evento/lusignis/

MIERCUS 11 MAI - h. 16:00

LUSIGNIS

une altre gnot cence lûs

Il svuelâ di Tea tra realtât e fantasie intune gnot cence lûs

 

a dutis lis frutis e fruts

 

che a san l'incjant de gnot

LUSIGNIS

 

test di Silva Ganzitti, voltât di Laura Nicoloso e ilustrât di Roberta Vale

 

Realizât cul contribût de Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane ( ARLeF )

 

Coordenament editoriâl e revision linguistiche par cure di Linda Picco,

 

Sportel sorecomunâl pe lenghe furlane dal Glemonàs.

 

versione in videoleture par cure di Daniela Lostuzzo, Giulietta Aita, Manuel Durisotti 

 

VOCE Silva Ganzitti

 

https://www.setemane.it/2022/evento/lusignis/

 

 

Cjasis di Buje ch’a (r)esistin

Cjasis di Buje ch'a (r)esistin

Vile di Buje  Centri “Meneute”  Vie Mons. Beinat 1
  
Un incontro ricco di suggestive immagini, promosso dalla Associazion Culturâl El Tomât di Buje in collaborazione con il Circul Culturâl Laurenzian di Buje e con l'associazione culturale Pense & Maravee di Glemone nell'ambito de Setemane de Culture Furlane della Societât Filologjche Furlane.
Cul jutori di imagjinis si fevelarà des cjasis tradizionâls di Buie ch'à àn mantignude dopo dai taramots dal 1976. La conference, inmaneade de Associazion culturâl El Tomât, si fonde sulla rileture de publicazion “Cjases di Buje” di Ermes Santi , rivisitade e attualizade di Caterina Ursella, dotorande di ricercje te Universitât dal Friûl.
Cun interviene Gianfranco Pezzetta e Caterina Ursella; al modere Stefano Santi. Si sierarâ cuntun intervent dal prof. Rino Gubiani (Universitât dal Friûl) su di une "Propueste par un glossari de cjase e de cort in Friûl"
 
L'incontro, dedicato alle case tradizionali di Buja che hanno mantenuto la tipologia originaria dopo i terremoti del 1976, sarà basato sulla rilettura, a vent'anni dalla sua pubblicazione, di   Cjases di Buje , testimonianze di una architettura rurale del 700/800 " ( ed. el tomât /2002 ) di Ermes Santi, già Sindaco di Buja, professore e architetto: l'iniziativa intende rendere omaggio alla sua memoria e alla sua attività di ricerca e di restauro nell'ambito dell'architettura spontanea che caratterizza le abitazioni, i paesi e il paesaggio rurale friulano.
Larice. Caterina Ursella, dottoranda di ricerca presso l'Università di Udine, nel suo intervento di analisi affronterà le domande aperte dalla necessità di preservare il patrimonio di questi monumenti di storia materiale di una architettura senza architetti, coniugando il valore della memoria individuale e collettivo con il valore d'uso funzionale alla modernità.
Larice. Gianfranco Pezzetta ripercorrerà l'urbanistica di quei borghi, con le strade e le piazze   impresse nella memoria dei loro abitanti perchè "ogni piccolo centro fatto di architettura spontanea, pur con materiali poveri e ripetitivi, acquisiva una caratteristica ben precisa di monumentalità riconoscibile in quel luogo e in nessun altro".
Infine il prof. Rino Gubiani dell'Universitât dal Friûl, illustrerà la proposta di un glossario delle case e dei cortili friulani come strumento identitario che spinga al recupero e al riuso di strutture che promuovono i valori di una comunità solidale e coesa.
L'incontro, corredato dalla proiezione di preziose immagini d'epoca affiancate da quelle più attuali degli stessi luoghi, sarà moderato da Stefano Santi.
Accesso al Centro Meneute di Vile di Buje libero, con uso della mascherina.

 

 
 

 

buine Fieste de Liberazion buon 25 di Avrîl

buon 25 di Avrîl!

 

buine Fieste de Liberazion dai fassiscj e dai naziscj

graciis a chei che a si son sacrificâts pe Libertât di ducj

 

 

( Pier Paolo Pasolini   - da Romancero ne La meglio gioventù)

 

1944

Recuàrditi, Signòur, chel ch'a ni à capitàt, ...

La nustra ciera a è stada in man dai forestèirs

e nu a ni àn puartàt ta n'antra prisonèirs.

I zòvins ei vecius in plassa a àn piciàt …

A ni è muàrt tal còur il ben da la ligria …

torna a fa i nustris dis coma ch'a erin prin.

.............................

 ................

1945

Strussànt i piès tal pòlvar stralumìs di straca

... via i Todèscs, pioris ta la fumata.

A van tra lis masèriis tra lis cassis bagnadis

russànt i sclops tal fangu da li pì scontis stradis.

In tal borc na ciampana a bat il Matutìn

ea tòrnin i dis coma ch'a erin prin.

In tai borcs li ciampanis a botizèin di fiesta

par li cors ben netadis par la ciampagna fres-cia ... ...

Il Signòur ni à vistùt di ligria e pietàt

na corona di amòur a ni à mitùt tal ciaf.

( Pier Paolo Pasolini   - da Romancero ne La meglio gioventù)

 

 

 

Informazioni aggiuntive