Recensione di " Oltre lo scoglio"

 

Recensione “Oltre lo scoglio”

di Donatella Trotta

 

L'ormai storico naufragio della Costa Concordia in un albo illustrato. Per bambini. Che nasce da  alcune domande: come ”filtrare“ nel modo giusto, per i più piccoli, pagine di cronaca destinate a diventare storia? E come tutelare la memoria di chi non c’è più evitando tanto la trappola della retorica quanto quella dell’oblio veloce da consumismo, non soltanto mediatico? Ci riesce, con unoriginale esperimento corale e plurilingue, un bel libro illustrato per bambini di forte impatto visivo, emotivo e linguistico: si intitola «Oltre lo scoglio» e narra, tra parole (poetiche) e immagini (digitali, ma fortemente evocative, anche nell’uso simbolico dei cromatismi) la tragedia del naufragio della Costa Concordia al largo dell’isola del Giglio.

 

Il libro, edito dalla casa editrice L’Orto della Cultura (pp. 35, euro 13) con testi di Lorella Rotondi, Laura Nicoloso e Karin Martin, illustrazioni dell’esordiente Daniele Frattolin e una ostfazione di Livio Sossi, è un’opera a più mani. Che nasce da un significativo incontro di creatività diverse, dalla parte delle bambine e dei bambini: non a caso è dedicato alla piccola Dayana Arlotti, cinque anni, una delle 32 vittime inghiottite dal mare, la sera del 13 gennaio 2012, dopo l’impatto della nave da crociera contro lo scoglio delle Scole, a poco più di un centinaio di metri dall’isola toscana.

 

Ad avere l’idea di questo libro, durante un laboratorio letterario in Friuli, è stata Lorella Rotondi, classe 1961, poetessa e scrittrice residente in Toscana e impegnata, da docente, in una didattica inclusiva attenta a temi civili e sociali: a rispondere subito al suo stimolo la friulana Laura Nicoloso, creativa maestra a Bordano, e la giovane linguista veronese Karin Martin. Insieme, con un lavoro di scrittura collettiva su versi - tradotti in inglese da Silva Ganzitti e in immagini dal giovane Frattolin, illustratore e graphic designer di notevole talento - hanno scelto punti di vista narrativi inediti, tra il reale e il fantastico, ricostruendo gli attimi prima e dopo la tragedia in modo lieve e delicatamente allusivo.

 

Sin dall’incipit, quando è un gabbiano a raccontare: «Emergo./ Allargo le ali/ vedo lo sbuffo/ e mi rituffo. / - Allerta, amici!/ - Allerta, sgombri, spigole, alici!/ E voi murene, rintanatevi bene! /Capodogli, via dagli scogli!».

È l’imponente sagoma della Costa Concordia ad avanzare all’orizzonte, in una tavola a tutta pagina che già dall’inizio del libro invita a una doppia lettura del testo: tra il mondo ”sopra“ la superficie del mare e quello sotto, popolato di creature - tra le quali persino una Sirena - che seguono con sgomento e partecipazione sia le atmosfere festaiole di bordo nei momenti precedenti il naufragio che la solidarietà concitata dopo l’inabissarsi della nave: evidenziata da una tavola particolarmente suggestiva, dove i flutti e l’isola tentano, come grandi mani pietose, di raccogliere il gigante inclinato accogliendone le vittime spaventate.

 

«Veloci, accorriamo./ - Dammi la mano./ - Non temere l’erta,/ la mia casa/ per te è aperta», recitano asciutti i versi-didascalia dell’immagine, dominata dai toni del blu. Blu che diventa nero, quando la paura prende il sopravvento sull’inconsapevolezza della fine imminente, mentre calano le ombre della sera stemperando il rosso gioioso degli interni della nave: «Il nero./ Avanza il nero./ Non è ombra di luna, / non son le lampare./ È davvero paura/ quella che ora appare».

 

Secondo alcuni testimoni al processo di Grosseto che vede imputato l’ex comandante della nave, Francesco Schettino, sembra che alcuni genitori, per tranquillizzare i propri bambini intenti a guardare in quel momento lo spettacolo di un prestigiatore a bordo, al primo violento impatto della nave contro gli scogli, alle 21,45, avrebbero detto ai figli: «È stato un gioco del mago». Un modo per esorcizzare l’inquietudine. Prima del dramma. «Nero. Rosso. / Non è un gioco./ Sulle guance acqua salata./ Le lacrime l’hanno bagnata./ Rosse. Nero./ Buio», recita il libro sintetizzando le prime perdite: «L’ombra nera resta,/ ci schiaccia la testa».

 

Lo scarto tra la svagata spensieratezza di 4.229 persone - tra passeggeri in crociera ed equipaggio - e l’abisso della fine è compiuto. Presagito, nel libro, dalle creature del mare che mostrano pietas persino per il principale responsabile, l’ex comandante mai nominato:

 

«Hai visto il re d’Oriente/ che intrattiene tutta la gente?/ È lui il capitano,/ e non naviga invano!/ - Ahimé, ahimé, Sirena!/ Non sempre conduce bene/ il ventre delle balene!».

 

Sono passati due anni da quei momenti sconvolgenti. La carcassa della Costa Concordia, a lungo meta di un turismo del macabro, è stata finalmente rimossa dai fondali del Giglio. Ma mentre continua il processo, resta il dolore dei parenti delle vittime, con lo shock dei sopravvissuti.

 

Pubblicare oggi un albo illustrato come questo, ricorda lo studioso Livio Sossi nella sua attenta postfazione, significa non solo «restituire a tutti i giovani un frammento della nostra storia», ma anche «raccontare l’indicibile con la voce sommessa della poesia». Quella che nutre

 

l’immaginario con il linguaggio radicale dell’anima. E aiuta ad andare, appunto, «oltre lo scoglio».

 

Qualsiasi scoglio.

 

il link:

 

http://www.ilmattino.it/CULTURA/LIBRI/naufragio-costa-concordia-scoglio/notizie/882406.shtml