Cjasis di Buje ch’a (r)esistin

Cjasis di Buje ch'a (r)esistin

Vile di Buje  Centri “Meneute”  Vie Mons. Beinat 1
  
Un incontro ricco di suggestive immagini, promosso dalla Associazion Culturâl El Tomât di Buje in collaborazione con il Circul Culturâl Laurenzian di Buje e con l'associazione culturale Pense & Maravee di Glemone nell'ambito de Setemane de Culture Furlane della Societât Filologjche Furlane.
Cul jutori di imagjinis si fevelarà des cjasis tradizionâls di Buie ch'à àn mantignude dopo dai taramots dal 1976. La conference, inmaneade de Associazion culturâl El Tomât, si fonde sulla rileture de publicazion “Cjases di Buje” di Ermes Santi , rivisitade e attualizade di Caterina Ursella, dotorande di ricercje te Universitât dal Friûl.
Cun interviene Gianfranco Pezzetta e Caterina Ursella; al modere Stefano Santi. Si sierarâ cuntun intervent dal prof. Rino Gubiani (Universitât dal Friûl) su di une "Propueste par un glossari de cjase e de cort in Friûl"
 
L'incontro, dedicato alle case tradizionali di Buja che hanno mantenuto la tipologia originaria dopo i terremoti del 1976, sarà basato sulla rilettura, a vent'anni dalla sua pubblicazione, di   Cjases di Buje , testimonianze di una architettura rurale del 700/800 " ( ed. el tomât /2002 ) di Ermes Santi, già Sindaco di Buja, professore e architetto: l'iniziativa intende rendere omaggio alla sua memoria e alla sua attività di ricerca e di restauro nell'ambito dell'architettura spontanea che caratterizza le abitazioni, i paesi e il paesaggio rurale friulano.
Larice. Caterina Ursella, dottoranda di ricerca presso l'Università di Udine, nel suo intervento di analisi affronterà le domande aperte dalla necessità di preservare il patrimonio di questi monumenti di storia materiale di una architettura senza architetti, coniugando il valore della memoria individuale e collettivo con il valore d'uso funzionale alla modernità.
Larice. Gianfranco Pezzetta ripercorrerà l'urbanistica di quei borghi, con le strade e le piazze   impresse nella memoria dei loro abitanti perchè "ogni piccolo centro fatto di architettura spontanea, pur con materiali poveri e ripetitivi, acquisiva una caratteristica ben precisa di monumentalità riconoscibile in quel luogo e in nessun altro".
Infine il prof. Rino Gubiani dell'Universitât dal Friûl, illustrerà la proposta di un glossario delle case e dei cortili friulani come strumento identitario che spinga al recupero e al riuso di strutture che promuovono i valori di una comunità solidale e coesa.
L'incontro, corredato dalla proiezione di preziose immagini d'epoca affiancate da quelle più attuali degli stessi luoghi, sarà moderato da Stefano Santi.
Accesso al Centro Meneute di Vile di Buje libero, con uso della mascherina.